Lo sapevo
che sarebbe andata a finire così. Questo blog diventerà una lista di recensioni
di film che mi hanno colpito e si parlerà solo di cinema. Giuro, mi ero
ripromesso di non farlo. Però non si può andare a vedere un film come “Noi
siamo infinito” e non parlarne. Un film che ti scalda il cuore, che ti lascia finalmente
qualcosa dentro, che non capisci fino in fondo e che senti la necessità di
sviscerare. Vi do la mia interpretazione assolutamente personale, soggettiva e
non autorevole. Prendetela per quello che è.
E’ un film sui
“lutti”, e su come superarli o non riuscire a farlo. Lutti per persone che sono
scomparse, nel passato, o poco tempo fa, ma anche lutti per persone che
semplicemente ti abbandonano, ti deludono, ti lasciano e di fatto muoiono ai
tuoi occhi. C’è spazio anche per analizzare il senso di colpa che talvolta ti
pervade anche quando sono altri ad abbandonare te, o quando muoiono e tu non
puoi far niente, ma ti senti in colpa comunque. Si evincono le conseguenze e le
ferite che rimangono, a volte quasi incurabili. Charlie (il protagonista) è
sconfinatamente tenero e fragile nell’affrontarli, ma ha anche un senso di
incompiutezza, di impotenza, come di lettere scritte a chi ormai non c’è più.
E’ un film
sull’amicizia, sul cercare gli amici veri e come fare a trovarli. Charlie,
Patrick e Sam sono un trio perfetto. Diversi in apparenza ma con anime gemelle,
ognuno con il proprio passato, i propri segreti, così fragili da soli ma così
forti in gruppo. Sono ragazzi profondi, mai banali. Ragazzi a cui regali un
disco dei Beatles che rappresenta la tua vita passata o i libri nei quali hai
rinchiuso le tue aspirazione faticosamente trovate in un anno di scuola, che
rappresentano il tuo futuro (forse qui, l’amicizia si è trasformata in amore). Ti
ricorda quanto conti nella vita avere al proprio fianco persone vere, leali, e
quanto disperatamente ne abbiamo bisogno per sopravvivere. Ragazzi fieri di
essere come sono, sensibili, appassionati, emarginati, pur conoscendo i loro
limiti e le loro grandi paure, che svaniscono,
con il coraggio che sviluppano quando sono tutti insieme.. “benvenuto
nel club dei giocattoli scassati”.
E’ un film
sull’adolescenza, età in cui cerchi idoli e mentori (un prof. Di letteratura
figo e sicuro di sé), quella fase della vita in cui inizi a costruirti la tua
identità, lo si vede dalla differenza tra le camere da letto di Charlie e di
Sam, (giuro che un giorno farò un intervento solo sulle camere da letto, sono
l’immagine perfetta della personalità di una persona) arredata, con luci di
natale sopra al letto a simboleggiare un cielo stellato, cassette musicali
ovunque e horror vaqui di poster su ogni mura quella di Sam; con due poster
tutti vicini, i primi di una lunga (si spera) serie dietro al letto in quella
di Charlie, simbolo di una personalità ancora da capire, da far crescere, da
orientare e poi da perfezionare… Età in cui trovi te stesso anche iniziando a selezionare
la colonna sonora della tua vita, cercando disperatamente la tua hit e facendo
la fatica di sceglierne poche davvero importanti e registrarle su una cassetta
(non c’erano ne ipod ne Shazam)… Un tempo in cui inizi a capire che persona
sarai, senza rinnegare niente del passato e con la consapevolezza che si debba
anche sbagliare: “non possiamo cambiare da dove veniamo, ma possiamo decidere
dove andare”.
E’ un film
sull’amore. Il primo, che mai ti dimentichi nella vita, e involontariamente
influenzerà per sempre la tua visione dell’amore stesso, della coppia, del
sesso, dei partner futuri… Ma anche sulla definizione stessa di amore, del
perché faccia male, del “perché ci innamoriamo sempre di persone che ci
trattano male?” e la risposta, del professore di letteratura: “accettiamo
l’amore che crediamo di meritare”. Per alcuni infatti amore è soltanto dare e
non necessariamente ricevere, e per chi è così, come Charlie, penserà sempre
che non può pretendere nulla, e che la persona che ama si meriterà sempre e
comunque di più. Ma il film ti ricorda anche quanto in realtà sia bello amare,
e quanto sia bello trovare anime affini, con le quali inebriarsi della vita…
E’ un film
sulla libertà. Uscirete dalla sala col un accenno di sorriso sulle labbra e gli
occhi chiusi se la testa tornerà subito a quei pochi istanti in cui anche voi almeno
una volta vi siete sentiti infiniti, sinonimo forse, in questo caso, di
felicità. Momenti in cui ti guardi indietro, sorridi, ti senti libero perché
non sei più trattenuto dalle tue paure e capisci che ti bastano solo un paio di
amici, un po’ di amore, e allora trovi il coraggio per alzarti in piedi anche
quando rischi di cadere come sul retro di un pick-up, ti passa la paura di
farti male, e decidi di uscire da quel tunnel che ti sei costruito nella tua
vita, ognuno per le sue ragioni, ognuno per colpa dei propri demoni privati. E
In quell’attimo, per chi l’ha provato, davvero ti senti libero, ti senti infinito…e
aggiungo io, ti senti immortale.
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