Se l’uomo realizzasse la metà dei desideri che ha, raddoppierebbe le sue inquietudini.
Benjamin Franklin
Benjamin Franklin
Inizierei con le scuse per la
mia prolungata assenza ma il mondo e gli eventi hanno tessuto una ragnatela
volta a non farmi pubblicare nessun pezzo, tanto che forse dovrei prenderlo
come un segno, un suggerimento come dire, si, bè, forse è meglio che taci,
anche perché, ne sono convinto, non è che voi abbiate smesso di dormire e
mangiare bloccati in un’intensa e morbosa attesa di un mio nuovo pezzo. Ma
comunque, rieccomi qui a disqusire sul nulla, a divagare sull’inutilità, riecco
qui un bel post composto da quel vacuo ciarlare che tanta fortuna ha portato a
questo blog.
La wok è una padella
utilizzata inizialmente nella cucina cinese,caratterizzata dalla sua tipica
forma bombata, le prime non avevano nemmeno un fondo piano, piuttosto pesante e
con un lungo manico pratico per far saltare ciò che si cucina. È utilizzata per
qualsiasi tipo di cottura dalla frittura alla rosolatura dalla cucina al vapore
alla stufatura. Ci si può fare tutto e far saltare tutto, e ai
profani come me, che in cucina non stanno molto concentrati perché pensano un
po’ ai cazzi loro, succede di tanto in tanto che nella wok, insieme con le
zucchine e i gamberetti ci finiscano pure i pensieri di quel momento.
Delle volte le considerazioni migliori si fanno dopo i
momenti più impensabili, un po’ come le rivelazioni al cesso. Un
pomeriggio all'ikea (a cercare una wok più grande) ha generato in me una serie
di pensieri infiniti. Riempivano i corridoi una marea di giovanissime coppie,
la maggior parte felici, questo va detto, immersi nella scelta di piatti e
bicchieri, divani e cucine, lampade e tappeti, tanto che la differenza d’interpretazione dei
24 anni miei e delle coppie che ho trovato in giro è diventata stridente,
urlava, creava sbigottimento.
Sarà che il tutto è stato condito da un messaggio di
un mio amico che mi invitava al battesimo di sua figlia.
Le persone vanno a velocità diverse a seconda della
macchina che guidano e soprattutto della strada che scelgono. Quelli come me
riuscirebbero a trovare strade piene di tornanti del cazzo persino nel Nevada.
Alcuni invece prenderebbero l'autostrada anche per andare da casa al
panettiere.
Tanto che allora nella wok cadono un paio di pensieri sulla macchina che guido io e quelle
che guidano gli amici con cui sono cresciuto o che mi stanno attorno, e quando
mi metto a pensare a chi di noi si sposerà per primo, o andrà per primo all’ikea,
o avrà un figlio, mi diverto quanto un giornalista di repubblica a fare il
totoministri sul web. E ne sono consapevole che pensare Ziopera padre per primo
sia come immaginare, che so, Teo Mammuccari al ministero della cultura, o Lapo
Elkann all'agricoltura ecco. Che poi oh magari ci sorprende tutti, del resto se
pure Gasparri ha fatto il ministro…
La wok che ho comprato è tanto grossa da farci stare
tutti i pensieri dell’ultimo mese, pronti per essere stufati, un po come lo
sarete voi finito questo post.
Devo essere sincero che non so mai come sentirmi di
fronte a chi va ad una velocità tanto diversa dalla mia, provo un cero disagio,
anche se, in merito alle relazioni mi accorgo di aver cambiato metro di
giudizio rispetto al passato.
Chiariamoci, se esco con una ragazza, fortunatamente,
non mi immagino ancora se potrebbe essere una buona madre, ma diciamo che
quanto meno non la richiamo se mi dice che il giorno dopo ha un compito in classe.
E allora butto roba nella wok.
Inizio a cercare determinati lati del carattere nelle
ragazze, sempre gli stessi. Come se involontariamente, seppur timidamente, mi
stessi incanalando nella vera ricerca dell'anima gemella, convinto che essa,
come ogni sorta di elemento perfetto per definizione, non sia tanto un qualcosa
che esista, quanto un fine da perseguire, un limite verso cui tendere. E per
capire questi lati del carattere bisogna fare un lavoro meticoloso sulle cose microscopiche
che si generano nelle relazioni: lo sguardo scambiato nel riflesso sul vetro,
il brivido che arriva quando ci si sfiora la pelle, la frequenza cardiaca
quando lei parla.
Fortunatamente la carta d’identità dice che la ricerca
può rimanere ancora nella fase embrionale e alla luce dei tagli di risorse che
gli sto dando, alla ricerca, posso permettermi di toppare ancora qualche volta,
non troppe però.
E tornando al toromatrimonio/ toropaternità fra gli
amici con i quali non più tardi di cinque anni fa scolavo birre sulle spiagge
spagnole e portoghesi, i risultati del mio pensiero cambiano un po’ a seconda
del tempo metereologico. Delle volte penso con certezza che sarò io il primo,
altre volte invece immagino che sarò l'ultimo, l’eterno scapolo, tutti che mi
invitano a matrimoni e battesimi, il testimone di nozze, ricordati di portare
le fedi, io mai niente, e quasi per una logica conseguenza divento
l'organizzatore ufficiale degli addii al celibato nonché l'invidia dei
neosposini sopraffatti dalla routine e dalla carenza di passione che il
matrimonio genera, beato te che sei rimasto ancora single e ogni sera ne hai
una diversa! E io che penso, si stocazzo che ne ho una diversa a sera, ma grazie
della fiducia.
Eppure ci sarà una velocità giusta con la quale
andare, senza il rischio di essere fermati per eccesso di velocità, patente e
libretto, o senza che quello dietro si attacchi al clacson impedendomi di
sentire le cose importanti che la gente mi dice.
Cioè si insomma una via di mezzo tra finire come i due
di The river e diventare un marinaio solitario tipo Corto Maltese.
La domenica sera la wok si riempie, i peniseri si
riversano a cascata. Mi innamoro di certe suggestioni, e vivo d'inquetudine per
cercare di creare un futuro in cui possano convivere tutte, a tempi diversi. Un
futuro in cui ci sarà un momento per perdermi in qualche angolo di mondo e poi
uno per andare il sabato pomeriggio a scegliere i mobili all'ikea con la
ragazza con quei lati lì che cerco. Il momento in cui si ride e si indugia un
attimo sul fasciatoio in ciliegio, un attimo di silenzio e io che penso a come
fare a dire a mia madre che non è così vecchia. Un
futuro in cui si ama per una notte una sconosciuta che si sente vicina a noi
come nessun’altra, e subito dopo un futuro in cui mio fratello mi chiama perché
lo ha lasciato la fidanzata e gli spiego che chiusa quella porta si apre una
fase meravigliosa dalle sua vita, raccontandoglielo con quel misto di orgoglio,
malinconia ed invidia.
Un futuro in cui non farò l’architetto, uno in cui
scriverò, uno in cui farò qualcosa che ancora non so.
Un futuro in cui ritrovo un amico che non vedevo da
anni e decido di partire un weekend a ricordare le cazzate di quando avevamo 16
anni, uno in cui parto per l’America con l’unica persona che l’America me la
può trasmettere, donandomi le risposte che vi ha trovato come un’eredità
preziosa. Un futuro dove non mi manca niente e uno in cui mi commuovo
riascoltando una canzone dei clash, degli zen, o rivedendo trainspotting.
Quando le aspettative sono alte anche le paure
aumentano. Ma ormai la wok è piena, quelle non ci stanno, ora si deve far saltare
tutto con maestria, così che non esca fuori niente, un po’ di sale, due o tre pazzie,
e verrà un piatto buonissimo.
purtroppo
vivere in maniera inquieta non è sempre facile, ne fanno le spese certe
domeniche sera, qualche post, una wok nuova, ma sinceramente, è il solo
modo di vivere che conosco.