Negli ultimi giorni sui giornali, nei telegiornali, su internet, sui social network, dal parrucchiere non si parla d’altro: è stato eletto il nuovo papa. Francesco I.
La smisurata
portata mediatica dell’evento ha fatto in modo che seguisse in diretta la proclamazione
del nuovo pontefice anche gente come me che è abituata ad entrare in chiesa unicamente alle undici e quaranta del 24 dicembre (per trovar posto seduti).
Tre cose
mi hanno colpito:
La sobrietà con la quale si è presentato al mondo.
La quantità di telecamere utilizzate per riprendere il balcone, mancava
giusto che mettessero la GoPro in fronte al Bergoglio. Certe inquadrature poi,
sembravano immagini di repertorio di Angeli e Demoni tanto che mi aspettavo che da
un momento all’altro uscisse, in tuffo dalla porta finestra, Robert Langdon travolgendo
il povero Jorge Maria per proteggerlo da qualche improbabile attentato.
La terza, e
quella di cui vorrei parlare, è stata la quantità di rituali che si sono
susseguiti. Rituali che, si ripetono uguali da centinaia di anni, ogni volta
che viene eletto un nuovo papa. Tradizioni.
Ricapitolo
brevemente, per chi non lo sapesse, cosa succede dopo la votazione nella
cappella sistina. Cito wikipedia (no, non lo sapevo nemmeno io prima di
leggerlo):
Al termine del conclave, il papa neo-eletto si
ritira nella "stanza delle lacrime", ovvero nella sacrestia della Cappella
Sistina, per indossare per la prima volta i paramenti papali con i quali si
presenterà in pubblico dalla Loggia delle benedizioni della basilica di San
Pietro. Il nome di tale luogo deriva dal fatto che, si presume, il pontefice
scoppi in lacrime per la commozione e per il peso della responsabilità del
ruolo che è chiamato a svolgere.
Tradizionalmente
nella sacrestia sono presenti paramenti papali di tre diverse misure, che
possono approssimativamente adattarsi alla taglia del nuovo eletto.
Dopo la
vestizione con i paramenti papali, il neoeletto ritorna nella Cappella Sistina
e siede alla cattedra. Il cardinale decano invita il nuovo Papa, «eletto alla Cattedra di Pietro», a
rileggere il testo di Matteo16,13-19, con il quale Cristo promise a Pietro
e ai suoi successori il primato del ministero apostolico.
Dopo la
lettura evangelica e la preghiera per il nuovo Papa, i cardinali si accostano
al Sommo Pontefice per prestargli l'atto di ossequio e di obbedienza. Infine
viene intonato il canto del Te Deum. A questo punto il conclave è ufficialmente
terminato.
Il cardinale
protodiacono si affaccia quindi dalla loggia della Basilica di San
Pietro e dà l'annuncio della nuova elezione con l'Habemus papam; lo seguirà il nuovo
pontefice, preceduto dalla croce astile, che impartirà la solenne benedizione
Urbi et Orbi.
Minchia!
Allora ho iniziato a pensare, ma anche noi nella vita di tutti i giorni abbiamo dei piccoli rituali o delle tradizioni? Io direi di si. Qualche esempio...
Tipicamente la sera prima che i miei cari genitori partano per le loro vacanze lasciandomi casa libera, mi sollazzo guardando, ogni volta, Risky Businees, film degli anni 80 con un Tom Cruise ventenne che viene anche lui lasciato a casa dai genitori in partenza. Stufo di trovarsi solo con gli amici pensa bene di assoldare delle prostitute per farle lavorare nelle varie stanza di casa sua, allestite a bordello, prendendo una percentuale dell’incasso delle ragazze. (si, lo trovo geniale). Finale rocambolesco che non vi svelo.
Minchia!
Allora ho iniziato a pensare, ma anche noi nella vita di tutti i giorni abbiamo dei piccoli rituali o delle tradizioni? Io direi di si. Qualche esempio...
Tipicamente la sera prima che i miei cari genitori partano per le loro vacanze lasciandomi casa libera, mi sollazzo guardando, ogni volta, Risky Businees, film degli anni 80 con un Tom Cruise ventenne che viene anche lui lasciato a casa dai genitori in partenza. Stufo di trovarsi solo con gli amici pensa bene di assoldare delle prostitute per farle lavorare nelle varie stanza di casa sua, allestite a bordello, prendendo una percentuale dell’incasso delle ragazze. (si, lo trovo geniale). Finale rocambolesco che non vi svelo.
Dopo tanti
anni, ancora non ho capito se lo guardo come monito o per trarne ispirazione.
Quando arriva
il Natale le tradizioni aumentano esponenzialmente. L’albero di natale fatto
con “paint the sky with stars” di Enya in sottofondo (si, ascolto Enya), Il film
della vigilia, la cena della sera con due amici che vedo una volta l’anno (la
vigilia appunto), il vin brulè con tutti i miei amici all’una di notte dopo la “piva”.
Ma ho anche
tradizioni molto più particolari. Quando vado in Inghilterra, ad esempio, la
prima canzone che devo sentire sull’ipod poggiando il piede suolo anglosassone è “God save the
queen” dei Sex Pistols. Per forza.
Il 2 o 3
agosto di ogni anno escono le quote del fantacalcio. Ogni anno vado a comprare
la gazzetta in bicicletta e leggo tutte le quote sorseggiando un gatorade al
limone. Strane scaramanzie. Non proseguo a parlare di rituali prima delle
partite perché rischierei di scrivere 40 pagine (ogni riferimento a fatti o
persone realmente vissuti è puramente casuale).
Ho fatto tre
anni a mettere, ad ogni esame, la stessa identica camicia, che puntualmente inzuppavo
di sudore come se avessi avuto addosso una pelle di Grizzly adulto. Questo il
motivo per cui tra un esame e l’altro ho sempre fatto passare qualche giorno. Non
era questione di preparazione, dovevo lavare la camicia.
Il primo
bagno al lago tradizionalmente va fatto al massimo nella prima decade di aprile
(si, è capitata la febbre il giorno dopo delle volte).
Poi alcune
invece le fai involontariamente.
La canzone
che metti nel tragitto dall’università a casa dopo che hai superato un esame,
quella che metti in macchina quando stai per partire per un lungo viaggio, o
quella che ascolti quando fuori piove.
La frase che
dici ad un tuo amico che non vedi da tempo che ti riporta istantaneamente nel
momento in cui l’hai pronunciata per la prima volta. E’ tradizione che vi
salutiate così.
Il posto in
cui vai, quando devi riflettere e scegliere.
E’
bellissimo avere dei piccoli rituali, e anzi, posso davvero affermare che per
tradizione ho delle tradizioni.
La cosa
difficile, tuttavia, è non oltrepassare il sottile confine che c’è fra
divertenti costumi e noiose abitudini.
Per intendersi, questo è Risky Business:
Post davvero davvero molto carino, questo. E la camicia d esame, poi...ginius! Continua. Laprof.
RispondiEliminaLa stessa canzone nel tragitto casa-stazione prima di ogni esame...quanto è vero!
RispondiEliminaPs. Complimenti amico :-)
Cristiana