Chiusa la valigia e riordinata la camera,
rimane il vuoto e il silenzio, e dentro di esso, vedo e sento le immagini e i
suoni degli ultimi mesi.
Risuonano le comprensibili lamentele
di chi fino a ieri professava sconfinato amore per questo blog, loro, li sento
urlare, come i vecchi al bar, che non ci sono più i blogger di una volta, così
come le mezze stagioni probabilmente. Constatato quindi che si stava meglio
quando si stava peggio e che piutost che nagot l’è mei piutost, ecco che sono
tornato a scrivere un pezzo, in un fazzoletto di tempo che mi sono ritagliato
più per sbaglio che per volontà.
Sono sempre stato sensibile alle scadenze e alle ultime
volte, più ancora che alle prime. Mi hanno sempre affascinato le conclusioni di
parti della mia vita, molte volte definite in maniera più che forzata dalla mia
volontà di voler enfatizzare momenti e forse di volerli caricare di importanza
anche quando non ne avevano poi così tanta. Come fermarsi un nano secondo a
guardare l’aula dove hai dato l’ultimo esame, o dopo esserti imposto di
ricordare cosa hai servito sull’ultimo tavolo quando facevo il cameriere: un
cappuccino, un caffè d’orzo in tazza piccola latte freddo a parte, un caffè
normale.
Un vizio, questo, che già mi aspetto mi farà pagare il
conto tra qualche anno. Temo il compleanno dei 30. Quello dei 40 è un incubo. I
50 lasciamo stare.
Ad ogni modo oggi finisce ufficialmente il periodo del
mio "risorgimento" (mi piace chiamrlo così) e mi sento in dovere di celebrare questa data con un nuovo
post.
E’ iniziato all’incirca quando è nato questo blog, un gelido mercoledì
pomeriggio di febbraio, nel pieno dell’inverno più lungo che abbia mai
affrontato. E termina oggi, un caliente martedì di luglio. In questi mesi, io e questo blog siamo
cresciuti e cambiati insieme. Abbiamo cambiato stile e pensieri. Siamo stati
malinconici e allegri, cinici e dolci, incazzati ed appassionati.
Abbiamo conquistato e conosciuto persone
nuove, quasi sempre stupende. Talvolta abbiamo fatto anche emozionare, delle volte commuovere, delle
volte sorridere, altre ridere di gusto. Insomma ci siamo fatti un po’ amare, a
modo nostro.
Grazie a questo blog e a tutte le persone che mi sono
gravitate attorno per la prima volta dopo un sacco di tempo sono tornato a
sentirmi me stesso, a sentirmi sereno, a sentirmi l’età giusta e sì, lo
ammetto, anche a piacermi e a sentirmi bene come quando avevo sedici anni.
Ora è arrivato il momento di chiudere questa fase, e
di partire, seppur per poco. Partire per una Spagna che si trova sempre lì,
lontana, ma nemmeno così tanto, esattamente come le cose che voglio conquistare,
che sembrano sì sfuocate come gli orizzonti dell’Andalusia, ma tutto sommato
nemmeno così inarrivabili.
Poche ore mi separano ormai da quelle strade dense di
risposte alle mie domande esistenziali. Strade di fuoco, in grado di seminare
le paure che mi hanno attanagliato, e le poche che rimarranno qui pronte per
quando torno, speriamo si rompano i coglioni ad aspettarmi e se ne vadano da
qualcun’altro.
Vi saluto e vi do appuntamento a presto.
A voi, e a tutte le cose che lascio qui in sospeso.
Tornerò presto con altri post, altre storie,
altre cose da fare, forse qualche risposta, e le idee un po’ più chiare.
Tornerò carico e pronto per altre storie da vivere, persone da conoscere, da
appassionarsi, da farsi sorprendere, progetti da portare avanti, sogni da
realizzare, problemi da affrontare, posti da vedere e poi...
e poi mille altre cose ancora...