domenica 1 settembre 2013

Impressioni di Settembre


"Tu non sei come gli altri, Dann, tu fai delle cose, tante cose, e ne immagini ancora delle altre ed è come se non ti bastasse una vita sola per farcele stare tutte.
Io non so... a me la vita sembrava già difficile... sembrava già un'impresa viverla e basta. Ma tu... tu sembra che devi vincerla, la vita, come se fosse una sfida....sembra che devi stravincerla... una cosa del genere. Una roba strana. Un po' come fare tante bocce di cristallo... e grandi.... prima o poi te ne scoppia qualcuna... e a te chissà quante te ne sono già scoppiate, e quante te ne scoppieranno... Però... Però quando la gente ti dirà che hai sbagliato... e avrai errori dappertutto dietro la schiena, fottitene.
Ricordatene. Devi fottertene.
Tutte le bocce di cristallo che avrai rotto erano solo vita....non sono quelli gli errori..... quella è vita... e la vita vera magari è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che alla fine si spacca..... io questo l'ho capito, che il mondo è pieno di gente che gira con in tasca le sue piccole biglie di vetro....le sue piccole tristi biglie infrangibili..... e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo..... sono belle, a me è piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino... ci si vede dentro tanta di quella roba..... è una cosa che ti mette l'allegria addosso... non smetterla mai..... e se un giorno scoppieranno anche quella sarà vita, a modo suo..... meravigliosa vita."
                                                                                                                         A.Baricco, Castelli di Rabbia

 “One, two, Freddy’s comin’ for you; Three, four you’d better lock for your door; five, six, grab a crucifix; seven, eight, you’d better stay up late; nine, ten…never sleep again”. 
E’ il 1984 e nel cinema horror fa la sua comparsa Freddy Krueger, il mostro con la faccia bruciata e gli artigli al posto di una mano, un’ icona destinata a diventare importantissima nella storia dell’horror.
Il film è Nigtmare – Dal profondo della notte, il primo di una saga di sette, una delle più influenti nella storia del cinema di genere. Uccide le sue vittime nei sogni, Freddy, anzi, per meglio dire, negli incubi di un gruppo di ragazzi che abitano una piccola cittadina americana. La protagonista è Nancy, una ragazza che prova a combatterlo, fino alla fine, insieme al suo ragazzo: Glen.
Ad interpretare la parte di Glen, è un giovane ragazzo di 21 anni di nome John, originario di Owensboro, Kentucky. John è il più piccolo di quattro fratelli, suo padre è un ingegnere comunale e la madre una cameriera del paese. Si affeziona sin da piccolo al nonno, che li trasmette la passione per la musica. Muore presto il nonno di John, quando ha solo 7 anni, e questo evento, unito ai continui traslochi dei genitori (una ventina in pochi anni) lo destabilizza parecchio, privandolo della serenità ed impedendoli di trovare amici stabili, trasformandolo così in un ragazzo chiuso e scontroso. Attraverso la chiesa presbiteriana dello zio coltiva la passione per la musica fino a quando a 12 anni accarezza la prima chitarra elettrica. John inizia così ad esercitarsi nel buio della sua camera, diventando in breve tempo un chitarrista piuttosto dotato. Come spesso accade nelle periferie americane, in un garage sgangherato, John, ed altri ragazzi come lui, fondano una band: i The Flame, che poco dopo cambiano nome in The Kids. Sono un buon gruppo tanto che sul finire degli anni ’70 suonano in diversi locali della Florida e arrivano addirittura ad aprire alcuni concerti dei Talkin Heads e di Iggy Pop. Tuttavia alla band non riesce il salto di qualità, rimanendo segregata in un successo regionale poco remunerativo. Così John, sempre a corto di denaro, anche a fronte della sua vita sregolata, è costretto ad arrangiarsi trovando lavoro come muratore, benzinaio, meccanico, stampatore e venditore telefonico di penne e spazi pubblicitari.
E’ il 1984 e un visionario regista di film horror di nome Wes Craven, organizza dei provini per il suo nuovo film: Nightmare – Dal profondo della notte. John, quel giorno, decide di accompagnare un amico al provino. il regista però nota subito lui, ne rimane colpito, affascinato, lo scruta,  lo convince a provare, e infine lo sceglie. L’ormai ex chitarrista dei The Kids riuscì a trovarsi nel posto giusto, il giorno giusto.
A Wes Craven bastò uno sguardo, e la vita di John (detto Johnny) Christopher Depp cambiò per sempre.

La fortezza Bastiani era l’ultimo avamposto prima del Nulla. Prima del deserto infinito, che nessuno aveva mai percorso, da cui un giorno si temeva potessero arrivare i Tartari. Il Capitano Drogo finì lì, per caso, per sbaglio. All’inizio non accettava che lui, brillante guerriero, fosse stato assegnato a quell’inutile e dimenticata rocca. Il silenzio della notte lo distruggeva, l’unico lontano rumore di una tubatura che perdeva una goccia d’acqua, diveniva un frastuono che devastava la sua mente; la solitudine, la diffidenza verso i  commilitoni ,che sembravano custodire misteri inconfessabili, gli facevano bramare in ogni momento di andarsene, fuggire, lasciarsi alle spalle quella silente follia.
La vita però passò, e quella silente follia divenne la sua droga. La sua e quella dei suoi commilitoni che ogni momento, ogni giorno, ogni notte, scrutavano l’orizzonte sconfinato e deserto attendendosi di avvistare i tartari. Ognuno per se stesso, ognuno custode geloso di ogni traccia avvistata o immaginata.
Consunto da quella vita, il tenente Drogo invecchiò in fretta nelle malsane celle della fortezza Bastiani. Le forze ogni giorno affievolite ed insufficienti a combattere quella invisibile e mai dichiarata guerra tra fratelli per custodire ognuno i propri segreti, ognuno il proprio segreto.
I tartari arrivarono una notte. L’esercito ormai non sapeva neppure più dell’esistenza della fortezza Bastiani e non si sapeva neppure della minaccia dei tartari.
Gli uomini della fortezza Bastiani da soli, con il loro segreto, ognuno il proprio, ognuno la propria guerra .
Drogo solo ed ormai vecchio.
Un nuovo capitano lo affiancava al comando della fortezza, più giovane e più forte. Anche lui con la sua guerra. Ma prima di combatterla, per non rischiare di doverla dividere, diede ordine di preparare una carrozza, fece caricare Drogo e lo fece portar via.
Mentre il fragore della battaglia, scopo di una vita, si avvicinava, Drogo si allontanava, dalla parte opposta. Un nuovo nulla, questa volta vuoto.

Si può decidere di fare o di aspettare, ed ogni anno, a settembre, non so mai cosa fare.
Le giornate che si accorciano, inesorabilmente.
L'odore dei libri di scuola, nuovi, appena spacchettati.
Il sole che diventa troppo debole perché ci si creda.
Mio nonno che mi viene a prendere all'uscita.
Io che mi vergogno di pensare già a Natale.
I miei che se ne vanno in vacanza.
Il festival del cinema, che vedo sempre dalla tv. Ma l'anno prossimo ci andrò....
L'estate del 2006 che finisce, a malincuore.
Quella del 2011 che non riuscivo a farla finire, mentre ascoltavo One sunday morning, che dura 12 minuti, e quasi sembra infinita. Ma le cose infinite sono tutte illusioni.
Le scelte di settembre, che chi vuol fare tutto rischia di non fare mai niente.
Rimbombano le domande che fa settembre, tremendo inquisitore.
Assassino di sogni, uccide, con sferzate di realtà.
Pentoloni di idee che cuociono, e si mischiano, le une con le altre, si sovrappongono i sapori, nessuno prevale, generando un piatto oltremodo indigesto.





Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensi?