giovedì 10 luglio 2014

Un post senza senso

Le ultime settimane di pioggia mi hanno fatto assopire la fantasia e mi hanno trasmesso un sacco di voglia di essere banale e nazionalpopolare. Ho parecchia voglia di scrivere quanto sia bella la pioggia che cade. E poi basta. Magari pubblicando "November rain" dei Guns’n’roses o peggio ancora “Piove” di Jovanotti, così, appunto per essere banale.
Non farò tutto questo, in compenso scriverò un pezzo senza un vero e proprio senso compiuto.



I temporali estivi arrivano silenziosi in lontananza, molto spesso lentamente e sempre senza chiederci il permesso. In un attimo il cielo diventa scuro e sale l’attesa, ma non piove mai quando pensiamo che lo faccia, inizia sempre quando siamo distratti. Dopo che se ne vanno lasciano sempre qualcosa di strano. Qualcosa come l'aria fredda e la voglia di ricominciare. La calma meritata e l'orizzonte più colorato di prima. Lavano via le strade, i prati e lasciano tutti gli alberi stanchi e bagnati. Sfidano la nostra pazienza e il nostro coraggio. Ma c'è sempre chi sfida i temporali per riuscire a fotografarne la magia. Per cercare di portarsi a casa una scintilla di quella violenza e rubarne l'essenza, copiarne l'anima, cercando di appropriarsi della loro determinazione da usare domani quando ci sarà quel silenzio bianco su cui scrivere una nuova pagina. La foto del fulmine.

Non so se sia più bello il momento prima della tempesta o quello subito dopo. Il durante non lo prendo nemmeno in considerazione. Le cose non sono belle quando accadono, ma solo mentre si aspettano o quando si ricordano. Del resto, il presente non esiste nemmeno, o meglio, esiste, ma è come un fulmine nella tempesta, dura un soffio, un minimo istante, eppure sapevamo tutti che stava per arrivare, così come lo ricordiamo anche dopo. Il presente è così, è il continuo rimescolarsi di prima e dopo.

E così infatti, ci sono quelli che non vedono l’ora che arrivi domani ma non smettono di parlare e ricordarsi di ieri. Quelli che insomma vogliono andare dovunque nel mondo ma vedono l’ora di tornare a casa, spesso ancora prima di partire, sospesi ancora una volta in questa tempesta di fulmini che si presenta anche d’estate, quando la testa dovrebbe essere in vacanza, quando non dovrebbe nè sperare nè ricordare. Hanno fatto settembre per la malinconia, l’hanno messo apposta dopo l’estate.

Ma se dev'essere temporale allora va bene, allora adesso, prima che arrivi, penso a tutto quello che mi aspetta. E non sto sotto l’acqua ad aspettare che il fulmine mi castighi, questo no, cerco di schivarli e al massimo, come dicevo, a farlo mio, a fargli una foto per ricordarmelo meglio, cerco di prendere il meglio dal presente per vivere meglio il futuro. E fino che il temporale non arriva posso immaginarmi tutto come voglio che sia.

Penso al lavoro che voglio fare e a quello che non voglio fare. Intanto schivo e scatto. Penso che non si debba fare nulla di ciò che la gente si aspetti da noi proprio per il fatto che qualcuno se l’aspetta. Penso che vorrei viaggiare ancora tanto. Penso che poi le cose che contano sono sempre le più semplici. Clik. Penso che qualche rischio andrà corso per fortuna, e penso che tutta la vita la stessa cosa non la potrò mai fare. Penso che finchè il boss suonerà io andrò ai suoi concerti. Penso che il fatto di avere le capacità di far qualcosa ti dia l’obbligo morale di farla al meglio. Poi penso anche che per fortuna non ne so fare nessuna così bene quindi chi se ne frega. Clik. Penso che quando qualcuno mi giudicherà gli chiederò cosa davvero gli rode. Penso che voglio una casa da cui vedere il lago. Penso che alcune passioni delle volte sono le cose che ti salvano la vita. Gli ultimi tuoni prima di andare, e penso che si ama davvero poche volte nella vita.

E dopo che passa si sta lì a ricordare. Ricordo le strade statali della Spagna meridionale e il vento dell’Egeo. Ricordo i tramonti della Croazia e i brezel di Monaco. Ricordo il profumo di Champo e le ore di filosofia del liceo. Ricordo la prima volta che ho visto Pulp Fiction e quanto mi sembravano grandi certi prati da bambino. Ricordo gli scatti di Pantani e i dribbling di Ronaldo. Ricordo tante cose quanto quelle che sto aspettando, inluso i primi temporali e tutti quelli che verranno, perchè ci sono alcuni che quando fanno le foto ai temporali riescono sempre a prendere i fulmini, e ci sono altri che invece hanno soltanto un serie di foto completamente buie.


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